A mix-up (Slovenia)

A mix-up (Slovenia)

Il corto “A Mix Up” è un corto sloveno, breve ma intenso, che presenta molti punti di forza ma anche alcuni punti di debolezza.
La trama racconta di una ragazza che chiede ad un amico il numero di telefono di Klemen, il ragazzo di cui è innamorata. Lei comincia a scrivergli e a chiedergli di uscire, ma ogni invito viene rifiutato. Dopo aver ricevuto l’ennesima scusa, vede il ragazzo e il suo amico insieme; chiede spiegazioni e, dal momento che Klemen si mostra stupito, cerca di capire cosa sia successo. Scoprono, così, che l’amico era l’artefice dell’inganno.
Il titolo (la cui traduzione è “confondere/mescolare”), indica la situazione confusa creata dallo scambio dei numeri di telefono e dall’imbroglio. La trama è semplice e attira l’attenzione fin dall’inizio. Data la brevità del corto, non si sviluppa completamente ma è coinvolgente, leggera, originale e non smette di incuriosire lo spettatore. Il finale inaspettato è di impatto, ma lascia aperti molti interrogativi. Perché il ragazzo dà all’amica il numero sbagliato? Per rabbia, per gelosia? Come reagiranno la protagonista e Klemen? Come andrà a finire la storia?
Questo aspetto, a parer nostro, è perfetto per chi ama immaginare possibili finali. La recitazione dei ragazzi è complessivamente curata e convincente; a volte è evidente qualche leggera sbavatura nella gestualità. Lo sguardo intenso e innamorato della ragazza, all’inizio del corto, è eccellente dal punto di vista della scelta narrativa, ma la ripresa è lievemente mossa. Il corto è girato in ambienti esterni e la scelta dei luoghi, varia e “azzeccata”, è uno degli aspetti migliori del filmato. Gli spazi ripresi cambiano frequentemente, a volte così rapidamente da non lasciare allo spettatore il tempo di orientarsi.
I dialoghi, non indispensabili per la comprensione del significato, sono brevi e semplici, perfetti per la tipologia del video.
La componente musicale è praticamente assente ma ciò non influenza negativamente il risultato finale perché non si sente il bisogno di musica o rumori di sottofondo. Infine alcuni dei messaggi: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio; il cell. è ok, ma può trasformarsi in un ostacolo; bisogna dirsi le cose guardandosi in faccia.

Come non essere d’accordo?

VOTO 9.0

Elena Fortunato, Riccardo Galeazzo, Sofia Rizzato – Classe 3D – SSPG “Andrea Doria”, Ponte San Nicolò

 

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